La cucina che vorrei

Cucina senza glutine e non solo…

Un’avventura in cucina…

Avrete visto sui social network stati di gioia ed euforia per la conclusione del mio corso di cucina con esame finale ed esito positivo… ebbene si! Ufficialmente mi posso definire una professionista della cucina! Ma quale cucina? Come mi è venuta l’idea? Dove ho trovato il corso e come si è svolto? Che cosa ho imparato? Insomma vorrei parlarvi di tutte quelle curiosità che potrebbero sorgere a chiunque si avvicini al mondo della cucina per la prima volta e provenendo da una formazione totalmente diversa. Buona lettura :-)

 

Come alcuni di voi avranno già letto, nel dicembre 2012 ho adottato un’alimentazione vegetariana, togliendo carne e pesce ma continuando a mangiare latte e suoi derivati, quindi formaggi e altro. Poi nell’ottobre 2013 mi è stata diagnosticata la celiachia. La tentazione di ritornare ad un regime onnivoro è stata grande, soprattutto per le pressioni dei familiari, preoccupati che non mangiassi abbastanza o che non avessi di che cibarmi. Tenendo duro e proseguendo sulla mia strada, ho tolto anche il glutine dalla mia dieta e lì ho iniziato davvero a darmi da fare, facendo notevoli ricerche sull’alimentazione!

 

Al tempo lavoravo come Sales&Marketing Assistant e traduttore (la mia formazione è linguistica!), la mia vita procedeva come quella di qualsiasi altra persona con una propria routine settimanale ed il weekend in relax. Il fatto di dover approfondire sull’argomento alimentazione e andare alla ricerca di come potevo nutrirmi da vegetariana celiaca, mi ha indotto ad una forte riflessione interiore e ad affrontare la realtà. Ossia la realtà dei prodotti per celiaci che vengono venduti in farmacia e nei supermercati: fasulli. Alimenti non alimenti che non nutrono il corpo e sono puramente industriali.

 

Questo momento, cioè il fatto di realizzare che non potevo accontentarmi ma dovevo cercare ed informarmi, ha rappresentato una svolta nella mia vita. Ho letto, comprato libri, fatto ricerche infinite tra tutto il materiale che sono riuscita a reperire e, la cosa più importante, ho sperimentato tantissimo e continuo ancora e non mi fermerò mai e nessuno potrà mai venirmi ad accusare di essermi accontentata.

 

Capisco chi mi dice che ci vuole tempo, ci vuole conoscenza, ci vuole pazienza, … Potrei anche concordare ma il più delle volte, a bloccarci, è l’esigenza o la voglia reale di cambiare la propria visione dell’alimentazione e del modo di nutrirsi. Molto spesso è più semplice chiudere gli occhi e non vedere, tapparsi le orecchie e non sentire, per vivere più serenamente e senza troppi crucci. Mi dispiace per tutti coloro che credono di aver fatto una scelta e di scegliere ogni giorno, ma che in realtà non hanno mai scelto niente e si sono fatti trasportare dall’abitudine e dal pensiero che “se i tuoi genitori e i tuoi amici hanno fatto così, allora è giusto che tu segua la loro stessa strada”. Fatevi domande, chiedetevi se una cosa sia giusto o sbagliata, se un pensiero o un modo di pensare sia opinabile o meno. Non accettate le cose perché così vi è stato insegnato e così si è sempre fatto!

 

Tornando a noi, l’idea di un corso di cucina è nata prima della celiachia e precisamente nel settembre 2013, quando ho frequentato, fino ad ottobre, un piccolo corso in cui si affrontavano le basi per arrivare a proporre piatti di pesce, di carne ed infine dolci di varie tipologie. Mi ero davvero appassionata, nel weekend cucinavo come una pazza, per la mia famiglia, per la famiglia del mio ragazzo. Ero una furia, volevo imparare, vedere e fare sempre di più e poi è arrivata la signora Celiachia e questo è quello che è successo dentro di me: un piccolo blackout momentaneo (mi trovavo in Austria in quei giorni) e poi, grazie al sostegno di una persona a me molto cara con cui ho potuto parlare e da cui ho avuto supporto, mi sono risvegliata diversa.

 

Qualche giorno di non accettazione della patologia e poi ho veicolato la malattia perché mi portasse a vedere il mondo alimentare con occhi diversi e nuovi: avevo l’opportunità di riscrivere la mia dieta, potevo ricominciare da zero nutrendomi secondo le mie scelte, ero diventata consapevole! Qualcosa nella mia testa era scattato e ogni cosa mi sembrava più positiva, un limite era diventato un valore in più e quindi ho cominciato a pensare seriamente ad un corso di cucina.

 

Tra mille peripezie a dicembre ho lasciato il mio lavoro, nessuno ne capiva davvero i motivi ma io sentivo che era una scelta giusta e sono andata avanti per la mia strada! Ho trovato anche il corso nel frattempo, un corso che mi formasse su tutti gli alimenti e sulla cucina “standard”, per capirne pregi e difetti e prenderne la parte migliore per modellarla alle mie esigenze.

 

A febbraio 2014, subito dopo aver terminato il lavoro, è iniziato il mio corso di cucina professionale. Un’avventura piena di cose nuove, persone diverse e sempre maggiore consapevolezza di me stessa e di chi volevo essere.

 

Il percorso è stato certamente lungo e impegnativo, per me ancora di più perché avevo a che fare sempre con farina di grano, carne, pesce e formaggi, in fin dei conti ero sulla via del veganismo da qualche mese. Ho avuto modo di guardare con occhi diversi la cucina tradizionale italiana. Tutti pensiamo che sia la cosa migliore che ci possa essere e invece si potrebbe sindacare parecchio.

 

La costante di tutte le lezioni di teoria o di pratica erano il succedersi o l’alternarsi dei soliti ingredienti, o meglio sarebbe dire che la nostra cucina, come la maggior parte di noi la conosce ed ha imparato ad accettare e reputare la migliore, fulcra inevitabilmente sulle solite cose: formaggio, carne, uova, latte, farina 00, pesce, zucchero semolato. Non ho ricordi di una ricetta in cui non fosse presente almeno uno di questi ingredienti.

 

Ad ogni modo questo non è un post di polemica, anzi, un buon modo di dire è “impara l’arte e mettila da parte”! Niente di quello che ho appreso è stato uno spreco, tutto fa esperienza e tutto mi aiuterà nella diffusione di un nuovo modo di concepire il cibo, l’alimentazione e la nutrizione delle nostre cellule.

 

L’esame finale è stato nei giorni 21 e 22 novembre 2014. Due giornate intense in cui il primo giorno ho affrontato la prova scritta e pratica, il secondo giorno la prova orale. Nella prova pratica il piatto che mi è capitato è stato: gnocchi di zucca al ragu di coniglio. Il presidente della commissione era celiaco per cui ho avuto modo di preparare per lui degli gnocchi senza glutine, molto apprezzati!

 

La tesina che ho invece presentato il giorno successivo era un business plan che ipotizzava l’apertura di un ristorante senza glutine e vegan, fatto secondo tutti i migliori crismi dell’idea alimentare che sto sviluppando per me stessa. Ho praticamente tenuto una lezione durante il mio esame e interessato tutta la commissione, che si è dimostrata molto aperta e di ampie vedute. Un pubblico molto attento e curioso.

 

Alla fine ho concluso il mio corso con il miglior voto della classe, pensate che sono celiaca e mi sono capitati gli gnocchi, pensate che sono vegana e mi è capitato il ragu di coniglio!

 

Porto con me tutte le esperienze pratiche che ho fatto in cucina: le lezioni nella cucina della scuola, lo stage presso un ristorante stellato di Vicenza, il lavoro di quest’estate in ristorante al mare, qualche ora passata nella cucina di un ristorante vegano di Padova con una brigata di cucina fantastica e spumeggiante e non ultime le ore nella cucina di casa mia per rendervi parte delle mie scelte, del mio percorso e delle mie scoperte.

 

Questo 2014 è stato pazzesco e all’insegna dell’apprendimento, il 2015 sarà pieno di novità e LaCucinaCheVorrei vi riserverà grandi sorprese :-)

 

Grazie a tutti. Elena.

 

Cucina
 

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